Impianti Dentali Croazia

Impianti Dentali Croazia – tutto di Impianti Dentali Croazia

Archive for January, 2015

Dopo l’estrazione di un dente del giudizio

with 2 comments

Introduzione
Oltre alla tensione che accompagna puntualmente l’estrazione di un dente del giudizio, ciò che terrorizza la stragrande maggioranza dei pazienti è il periodo immediatamente successivo all’intervento.
Che cosa succede, dunque, dopo l’estrazione di un dente del giudizio?

Come ci si deve comportare?

L’obiettivo di quest’articolo è stilare una serie di consigli utili per minimizzare il rischio d’infezione e ridurre tutti i sintomi dolorosi che possono comparire dopo un intervento chirurgico invasivo come l’estrazione di un dente del giudizio.

Prevenzione delle complicanze
Per prevenire le complicanze post-estrazione, il paziente dev’essere attentamente edotto sul corretto comportamento da tenere: la messa in pratica dei seguenti consigli e l’osservanza di quanto suggerito dal medico possono senza dubbio velocizzare la guarigione e, soprattutto, minimizzare le complicanze e il dolore dopo l’estrazione di un dente del giudizio.

Cosa fare
… nelle 24 ore successive all’intervento:
• Dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini è un rimedio efficace per placare dolore e sanguinamento gengivale dopo l’estrazione di un dente del giudizio
• Per prevenire o tamponare un eventuale sanguinamento gengivale, si raccomanda di tener premuta una garza assorbente sul sito dell’estrazione dentale per almeno 30-60 minuti, senza rimuoverla o toccarla con le dita
• Controllare il grado di sanguinamento gengivale solo dopo 30 minuti dal posizionamento della garza sterile sulla ferita lasciata dall’estrazione del dente: a tale scopo, il tampone dev’essere rimosso non prima di mezz’ora
• Assumere farmaci ad azione antidolorifica-antinfiammatoria prima che l’effetto dell’anestesia svanisca. Particolarmente indicato per tenere a bada il dolore è l’ibuprofene (es. Brufen,Moment): si consiglia di assumere il farmaco per bocca ad una dose pari a 200-400 mg (compresse, bustine effervescenti) ogni 4-6 ore dopo i pasti, al bisogno. Non assumere oltre 2,4 grammi al dì.
• Nelle prime 5-6 ore dopo l’intervento di estrazione dentale si raccomanda di tenere una borsa del ghiaccio (avvolta su un panno morbido) all’esterno della mascella, in linea con il sito dell’intervento. Rimuovere il ghiaccio dopo 10 minuti ed applicarlo nuovamente dopo un’altra decina di minuti.
• Se necessario, assumere un antibiotico a titolo precauzionale o in caso d’infezione accertata: seguire le indicazioni dettate dal medico. L’antibiotico può essere assunto esclusivamente previa prescrizione medica.

Posologia indicativa della terapia antibiotica per prevenire le infezioni dopo un’estrazione dentale:

o Amoxicillina 500 mg (da assumere eventualmente anche prima dell’estrazione): somministrare una compressa di farmaco 2-3 volte al dì per 6 giorni, a stomacopieno
o Metronidazolo 250 mg: assumere il farmaco 2-3 volte al giorno, per 6 giorni, durante o dopo il pasto

• Evitare di mettersi alla guida immediatamente dopo l’estrazione: si consiglia di farsi accompagnare da un familiare o da un amico, in particolare se l’intervento di estrazione del dente del giudizio è stato invasivo o complicato
… nei giorni seguenti l’estrazione
• Un adeguato riposo nei giorni successivi all’estrazione favorisce il recupero completo in minor tempo
• Sciacquare delicatamente la bocca con colluttori disinfettanti (es. clorexidina 0,2%) solo dopo 12-24 ore dopo l’estrazione del dente del giudizio. Continuare gli sciacqui per almeno due settimane successive all’intervento: si consiglia di risciacquare la bocca – con una quantità di soluzione che può contenere un misurino – per almeno un minuto. Non deglutire il prodotto. Non sciacquare la bocca con il colluttorio medicato prima di aver pulito accuratamente i denti con dentifricio e spazzolino: un simile atteggiamento può favorire la comparsa di macchie sui denti
• Rivolgersi allo studio dentistico se il dolore persiste anche dopo 3 giorni dall’intervento dentale
• Procedere con la normale igiene del cavo orale con estrema delicatezza nella sede d’estrazione dentale (non forzare con lo spazzolino, preferire quelli a setole morbide)
• È possibile supportare la normale igiene della bocca con sciacqui di acqua e sale(solubilizzare una presa di sale in una tazza d’acqua tiepida)
• Quando necessario, soffiare il naso con delicatezza per evitare che lo sforzo favorisca il sanguinamento gengivale
… in caso di febbre
• Assumere farmaci antipiretici (es. paracetamolo) nelle dosi stabilite dal medico
• Contattare immediatamente il dentista se la temperatura corporea supera i 39°C e non si riesce ad abbassare con i farmaci
… in caso di emorragia gengivale
• Mantenere la calma
• Mordere energicamente un tampone di garza sterile, mantenendolo premuto nel sito dell’intervento. Se l’emorragia gengivale persiste, riposizionare un nuovo tampone sterile e non rimuoverlo fintantoché il sanguinamento cessa
• Applicare impacchi di ghiaccio esternamente
• Rimuovere delicatamente eventuali coaguli di sangue presenti nella bocca, rispettando alla lettera le indicazioni suggerite dal chirurgo.

Written by bosiljka

January 29th, 2015 at 11:44 am

Posted in Uncategorized

Impianti Dentali: Protocollo All On Four

without comments

Quali sono le differenze tra una dentiera ed una riabilitazione con protocollo All on Four?

La riabilitazione con metodica All on Four restituisce un sorriso nuovo, questo è fisso avvitato agli impianti dentali. L’aspetto e la funzione sono il più simile possibile ai denti naturali. Una protesi totale o parziale è un dispositivo rimovibile che ogni sera andrebbe rimosso per la pulizia. Queste protesi proprio come la loro definizione non sono fisse possono quindi scivolare o cadere. Per questo motivo si è creato un mercato mondiale di paste adesive che comunque non risolvono completamente il problema in particolare per le protesi inferiori. All on Four fornisce al paziente denti fissi ( protesi avvitata su impianti). Essi possono essere rimossi solo dal dentista, devono essere spazzolati come denti naturali e deve essere utilizzato il filo interdentale anche se in modo differente.

Ad oggi è la riabilitazione che permette nel minor tempo e con il minor numero di interventi di ripristinare il sorriso più simile ai denti naturali in termini di aspetto e funzione.

Written by bosiljka

January 20th, 2015 at 3:36 pm

Posted in Uncategorized

PARODONTITE: COS’È E COME SI CURA LA PIORREA

without comments

La parodontite, comunemente nota come piorrea, è un’infiammazione del parodonto, ossia dei tessuti che sostengono il dente ed in particolare l’osso, la gengiva ed il legamento parodontale  – l’insieme di fibre che si inseriscono nell’osso alveolare da una parte e sulla superficie della radice dentaledall’altra.

Con la parodontite si ha una progressiva perdita di questi tessuti ed il dente, non più sostenuto, tende a diventare mobile. Se la patologia non viene arrestata si ha come conseguenza la perdita dell’elemento dentario. Studi recenti, inoltre, mettono in correlazione piorrea ed altre patologie sistemiche come le malattie cardiovascolari.

La cause principali della parodontite sono l’accumulo di placca e la scarsa igiene orale. La branca che si occupa della prevenzione, diagnosi e della terapia della parodontite è la parodontologia.

CHE DIFFERENZA C’È TRA PARODONTITE O PIORREA E GENGIVITE

La gengivite è uno stadio antecedente la parodontite e rientra nell’ambito delle parodontopatia, essendo la gengiva una delle componenti del parodonto. Nel quadro patologico della gengivite l’infiammazione non colpisce ancora l’osso di sostegno del dente ed in genere si ha una situazione di tipo reversibile: si hanno gengive sanguinanti, irritate, rosse ed edematose, tuttavia il dente non presenta mobilità e i tessuti al di sotto della gengiva sono preservati.

La gengivite non trattata evolve in piorrea. Le tossine prodotte dai batteri della placca e le difese del nostro sistema immunitario fanno si che l’osso di sostegno del dente si allontani dalla sorgente dell’infezione ed il dente non più adeguatamente sostenuto cominci a muoversi. Il tessuto di sostegno del dente (osso e legamento parodontale) distrutto non può essere più recuperato: siamo in uno stadio della patologia di tipo irreversibile.

QUALI SONO I SEGNI E I SINTOMI DELLA PARODONTITE?

Il sintomo è qualcosa che avverte il paziente, il segno viene invece rilevato dal medico senza necessariamente essere avvertito dal paziente.

I segni e i sintomi della parodontite includono:

Gengive rosse ed infiammate

Gengive doloranti

Recessioni gengivali (la gengiva si ritira)

Aumento di spazio fra i denti – sia per una diminuizione di stabilità dentaria, sia perchè la gengiva si ritira scoprendo l’area al di sotto del punto di contatto tra dente e dente.

Pus e ascessi parodontali

Sanguinamento al passaggio dello spazzolino e del filo interdentale

Sapore metallico in bocca

Alitosi

Perdita di denti

Modificazioni nell’occlusione

Parodontite: quali sono le cause?

La placca dentale è un biofilm di colore giallastro che si deposita sulla superficie dei denti molto facilmente. È costituita da batteri e tossine ed è la principale causa della risposta infiammatoria dei tessuti gengivali. Lavare i denti permette di allontanarla ma essa si riforma ad ogni pasto.

Se non rimossa entro 2/3 giorni la placca si mineralizza e diventa tartaro. Il tartaro si può rimuovere esclusivamente con manovre condotte da un dentista o da un igienista dentale.

Le tossine batteriche ed il nostro stesso sistema immunitario che risponde all’infezione determinano dapprima una gengivite e in un secondo tempo una distruzione dell’osso e del legamento parodontale attorno ai denti con la congeguente formazione di tasche parodontali che diventano via via più profonde fino a portare alla perdita dei denti.

QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO DELLA PARODONTITE?

I fattori di rischio che predispongono alla parodontite o ne fanno peggiorare il decorso sono:

Fumo – i fumatori regolari hanno maggior rischio di sviluppare parodontiti a decorso più grave e refrattarie al trattamento

Cambiamenti ormonali nelle donne – la pubertà, la gravidanza e la menopausa inducono nella donna dei cambiamenti ai livelli ormonali che possono aumentare il rischio di contrarre la parodontite

Diabete – i pazienti diabetici hanno un’alta incidenza di problemi parodontali

Aids

Farmaci – alcuni farmaci come gli antiepilettici o sotanze che riducono la salivazione aumentano il rischio di parodontite

Fattori genetici

Stress

DIAGNOSI DI PARODONTITE

Un dentista qualificato può fare diagnosi di parodontite molto facilmente grazie all’utilizzo di una sonda parodontale (vedi in figura). Questo strumento permette di misurare la profondità delle tasche parodontali e di verificare se vi è sanguinamento alla stimolazione (il sanguinamento è un importante indice di infiammazione gengivale). La sonda viene inserita al di sotto del bordo gengivale: in presenza di salute gengivale questa non scenderà per più di 3-4 mm, in caso di malattia parodontale raggiungerà profondità più elevate inducendo un modesto sanguinamento.

Un altro esame molto utile è quello radiografico. In particolare è il “full endorale” l’esame radiologico d’elezione per valutare lo stato di salute parodontale. Il full endorale è un insieme di radiografie che dente per dente includono oltre all’immagine radiografica dell’elemento dentale anche l’osso di sostegno e lo spazio del legamento parodontale.

COME SI CURA LA PARODONTITE?

L’obiettivo principale del parodontologo o dell’igienista dentale, nel trattamento della parodontite, è quello di pulire i batteri dalle tasche intorno ai denti e prevenire l’ulteriore distruzione dell’osso e del tessuto. Il trattamento viene eseguito con l’ausilio di strumenti manuali (curettes) o ablatori vibranti sonici o ultrasonici che disgregano il tartaro con il loro movimento.

Per migliori risultati, il paziente deve mantenere una buona igiene orale durante e dopo la cura: lavare  i denti almeno due volte al giorno e il filo interdentale una volta al giorno prima di andare a letto. Se c’è abbastanza spazio tra i denti, è consigliato un scovolino interdentale. I pazienti con artrite e mancanza di destrezza possono utilizzare con buoni risultati lo spazzolino elettrico.

È importante che il paziente comprenda che la parodontite è una malattia infiammatoria cronica  – questo significa che una igiene orale buona deve essere mantenuta per tutta la vita. Questo comporterà anche regolari visite da un dentista o igienista dentale.

TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DELLA PARODONTITE

Sebbene la rimozione meccanica del tartaro sia imprescindibile nel trattamento della piorrea si può aggiungere ad essa l’utilizzo di alcuni presidi:

Collutori antimicrobici. In genere a base di clorexidina.

Antibiotici applicati all’interno della tasca parodontale sotto forma di gel o placchette o microsfere .

Antibiotici per via orale nella fase ascessuale della piorrea.

TERAPIA DELLA PARODONTITE AVANZATA

In caso di parodontite refrattaria ai trattamenti iniziali si può optare per il trattamento chirurgico:

Chirurgia resettiva. Tramite questo procedimento chirurgico si modella l’osso di sostegno in maniera tale di appianare le tasche parodontali sorgenti di infezioni. Nello stesso tempo si eliminano il tessuto infiammatorio preesistente e il tartaro che in questo caso è direttamente visibile dal parodontologo e può essere rimosso più efficacemente.

Chirurgia rigenerativa. In alcuni casi è possibile promuovere la crescita di nuovo tessuto tramite innesti di biomateriali e membrane per riempire i difetti causati dalla malattia parodontale.

 

 http://www.croaziadentisti.com/

Written by bosiljka

January 11th, 2015 at 6:24 pm

Posted in Uncategorized

Costituzione degli impianti

without comments

Attualmente sono preferiti gli impianti in Titanio puro o in una lega di questo metallo e vediamo subito il perché.

Ricordiamo che quando nell’organismo è presente un corpo estraneo, si può verificare un processo di organizzazione oppure una reazione immunitaria (antigene-anticorpo). Quest’ultima, detta anche reazione di rigetto, si verifica quando nel corpo estraneo sono presenti delle proteine e non ha quindi luogo con materiali implantari in cui le proteine sono assenti. Il Titanio inoltre non provoca neppure reazioni da corpo estraneo, ma stabilisce con l’osso una connessione diretta che è alla base dell’osteointegrazione, pertanto il materiale implantare è un fattore importante nel raggiungimento dell’organizzazione tra tessuto osseo e impianto.

Written by bosiljka

January 3rd, 2015 at 5:04 pm

Posted in Uncategorized